Dexiocratousa

L’Icona fa riferimento al particolare della Vergine Odighitria Dexiokratousa del Dittico di San Procopio e la Vergine, 1280 c.a., presente al Monastero di Santa Caterina del Sinai.
La Vergine in posizione quasi frontale è leggermente china verso il Figlio posto alla Sua destra (da qui Dexiokratousa) proprio per rilevare e riconoscere la preminenza del Cristo, sorretto con entrambe le mani e contemporaneamente indicato quale Via da seguire. La Madre indossa un maphorion porpora scuro bordato in oro, simbolo della regalità della quale è stata rivestita quale Madre di Dio, sotto il quale s’intravede la preziosa mitella blu che le incornicia il volto e sul capo un velo rosso, spesso presente nell’iconografia antica. Il rosso con il suo dinamismo simile a quello della luce è splendore e irraggiamento simbolico della luce divina che fa tutte le cose, così come la luce dell’oro sulla veste (crisografia). Gesù veste un abito bianco impreziosito da ricami ed è nella posizione del neonato abbandonato tra le braccia della Madre, pur avendo un’espressione seria e pensosa.
Questa raffigurazione racchiude tutto il Mistero dell’Emmanuele nella Sua duplice natura, umana e divina, riconosciuta dal Concilio di Efeso nel 431, in cui è quindi proclamata Maria, Madre di Dio (Theotokos).

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