Pantocrator Chilandari

Il tipo iconografico di questa Icona è tratto dall’Icona di Cristo Pantocratore degli inizi del XIII di pittore anonimo del Monte Athos, l’immagine fu poi trasferita nel Monastero serbo del Chilandari per la Venerazione. Come ricordato da San Giovanni Damasceno e San Germano di Costantinopoli: “La venerazione non si rivolge all’immagine, ma a chi è rappresentato; l’icona è simbolica, non realistica e rappresenta non la realtà umana, ma quella di Dio” poiché “ è grazie all’Incarnazione che è resa possibile la raffigurazione: la venuta di Cristo ha cambiato radicalmente la relazione tra Creatore e creature.”
Tutto ciò che è rappresentato nell’Icona, ha un preciso significato.
Ai lati troviamo le iscrizioni IC XC: sono la forma contratta della prima e dell’ultima lettera del nome di Gesù, IESUS è il suo titolo peculiare XRISTOS. La santità di Gesù è espressa attraverso il cerchio del nimbo e la croce incisa nell’oro contenente le tre lettere greche “omicron, omega, ny” che significano “Colui che sono”. L’iscrizione si riferisce all’episodio del roveto ardente, dove Mosè chiede la rivelazione del nome di Dio e Dio, si presenta come: “Io sono colui che sono”.
Cristo indossa la tunica (chitone) con la banda laterale (clavo) e il manto (hymation), indumenti che si rifanno all’abbigliamento dei senatori romani. I colori hanno significato teologico: il rosso porpora della tunica indica la regalità terrena, cioè la perfezione della umanità di Gesù; il blu del manto indica la natura celeste e la sua perfetta divinità; il clavo con la crisografia, perché l’oro rappresenta la luce Divina che è entrata nella storia per sconfiggere il peccato. Il braccio destro si apre nella mano benedicente che forma con le dita raccolte le iniziali del monogramma ICXC a significare che nell’obbedienza alla volontà del Padre, Cristo benedice e salva l’umanità intera, così come predetto dalle Sacre Scritture, rappresentate dal libro sacro che tiene nella mano sinistra. L’intensità del volto e lo sguardo rendono manifesta la maestà Divina che attraverso il Figlio si è resa contemplabile.
Il collo rigonfio è segno della presenza dello Spirito Santo che riposa nel Verbo.
Attraverso la contemplazione dell’Icona, nella preghiera, il Salvatore rende partecipe chi lo osserva del mistero della Sua Incarnazione.
“ Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode di Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre e sta alla tua destra. .. Il Signore veglierà su di te da ora e per sempre” (Salmo 121,4-8)

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