Santissima Trinità

“Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.”
(Gv. 17,21)
Questa Icona fa riferimento all’Icona della SS. Trinità, capolavoro dell’iconografo Andrej Rublëv (1360-!430), monaco e figlio spirituale di San Sergio Radonez.
Prendendo spunto dall’episodio biblico dell’”Ospitalità di Abramo”, rappresentato spesso nelle Icone di allora, Rublёv lo scontorna di tutti i particolari di vita reale, rappresentando così solo i tre angeli riuniti intorno alla mensa.
Ciascuno regge un bastone di colore rosso, riservato ai grandi maestri e segno della loro potestà divina. Gli sgabelli e i piedestalli dorati con crisografie, sui quali siedono, sono segno della supremazia del mondo celeste su quello terreno e il fatto che sono uguali vuol significare che hanno la stessa potestà. Il perno centrale è la coppa, in cui è deposta la testa dell’agnello sacrificato, simbolo dell’ Eucarestia. I gesti, gli sguardi, l’andamento delle campiture cromatiche, la disposizione delle figure nello spazio, evidenziano il movimento circolare dell’amore che si opera all’interno dell’unità divina tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e che da loro si effonde verso l’umanità.
L’icona della Santissima Trinità è stata definita “l’icona delle icone” nel 1551 dal Concilio dei Cento Capitoli.

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